21 febbraio 2014

Di regole e di consuetudini

Ne parlano tutti, ne parlo pure io.
Renzi ha fatto il voltafaccia rispetto a quanto dichiarato sino a poco fa e va (vuole andare) al governo.
Le solite promesse elettorali (primarie, sì, ma comunque elezioni) sono andate a farsi friggere. Nulla di nuovo. Anzi, così abituale da suonare quasi scontato...
Io non sono qui a dire che fa bene o che fa male, anche se ho una idea e un'impressione. L'idea è che sia una brutta mossa, l'impressione è che ci sia un motivo forte che mi sfugge. Ho anche una considerazione un pelo cinica, ma che copre il resto: se riesce a fare quello che dichiara di voler fare...che lo faccia anche male, ma che lo faccia, però dubito che ci riuscirà, perché la palude della desolazione è dura da attraversare.
Vedremo.

Ciò su cui vorrei riflettere è la questione del terzo presidente del consiglio non eletto: si sventola questo argomento come se fosse un crimine.

"Il presidente del consiglio deve essere eletto dal popolo", dicono, senza neppure la consapevolezza che non ci sarebbe neppure uno strumento per permettere che ciò avvenga, se anche fosse così...

Che lo si faccia da destra, specialmente una certa destra, mi è comprensibile: loro lo hanno voluto, loro lo ritengono un diritto e un dovere. Quello che sfugge loro (fra le tante altre cose) è che però l'hanno solo voluto, non tramutato in legge.
Siamo ancora una repubblica parlamentare in un contesto di democrazia rappresentativa, quindi eleggiamo il parlamento che esercita il potere sovrano, che ha il potere di non dare la fiducia al governo e mandarlo a casa, anche se non lo nomina, né stabilisce chi ne sia a capo.

L'ho detta poco da giurista, ma il senso mi pare chiaro: non abbiamo mai votato né è mai stato previsto da qualche legge che votassimo, il presidente del consiglio.
Il presidente del consiglio è uno stronzo (di solito, ma non sempre, solo per modo di dire) qualunque nominato dal presidente della repubblica che deve riuscire a formare un governo che ottenga la fiducia del parlamento.
Punto.
Che poi ci siano prassi, consuetudini, usanze...aspettative, è un discorso completamente scorrelato.

Che delle persone anche provenienti da quella sinistra che ancora apprezza il dibattito e il confronto insito in un sistema proporzionale*, a cui vorrebbe tornare e poi faccia l'indignata sventolando lo stendardo del "presidente non eletto" è, a mio avviso, tragicomico. Da un lato mostra come il berlusconismo e la mitizzazione dell'individuo abbia ormai raggiunto coi suoi tentacoli, ogni ambito socio-culturale, dall'altro mostra un'ignoranza che è sempre fastidioso constatare di aver vicino e in ultimo, ma non meno importante, dimostra come ripetere una cazzata, all'infinito, la renda vera.



2 commenti:

  1. C'e' da riconoscere che si e' affermata la consuetudine (con il maggioritario?) di indicare il "premier", dando la possibilita' ai votanti di partecipare alla scelta "anche" del capo dell'esecutivo. E' una consutudine, e la consuetudine e' legge in mancanza di legge di rango superiore (regolamento, decreto, norma, articolo costituzionale ecc), e molto di piu' di quanto non lo sia la giurisprudenza delle sentenze precedenti. Detto questo, puoi anche togliere la marmellata ad un bambino dopo che gliela hai data tutti i giorni di un mese. Non e' illegale. Pero' e' discutibile.

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  2. Mi permetto di aggiungere da semigiurista sui generis che sono, anche un link banalotto ad una wiki http://it.wikiversity.org/wiki/Le_fonti_del_diritto dove si trova la gerarchia delle fonti del diritto codificata. (La Costituzione nulla dice sulla scelta del candidato, quindi mi permetto di muovermi in questa vacatio dando posto alla consuetudine come fonte).

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