In particolare un "qui" artistico, come metafora di un qui dell'anima, troppo astratto per essere identificato.
Fuori l'ignoto, dove vanno gli avanguardisti, gli avventurieri, ma anche alcuni disadattati o reietti a modo loro illuminati.
Dentro i territori conosciuti e colonizzati, ricchi di agi, dove le sfide sono mitigate da un contesto accogliente quanto ovattante.
La zona di confine è un luogo particolare, perché da lì si può osservare il selvaggio mondo inesplorato, restando riconoscibili e a contatto con chi vive entro i confini.
Nessuno ha voluto insediarsi qui, sui territori di confine.
inconsistenti miraggi.
Inizia quindi per i grandi, quelli veri un percorso che va oltre la frontiera e li porta in territori inospitali, da cui magari torneranno, ma saranno così cambiati da non essere più quelli che erano arrivati alla grandezza comunicabile. In genere quando tornano sono dei "selvaggi" che hanno scelto di tornare all'agio, ma ci staranno per sempre stretti, ma accettano di restare delle copie sbiadite di loro stessi, in cambio della quiete dei luoghi noti.
Alcuni ci arrivano con uno sforzo incredibile, una volta nella vita, e non sono in grado di restare lì, ma non perché non possano, bensì perché non vogliono sostenere l'immenso sforzo dell'anima che è partorire un'opera immortale, restare sempre con un occhio sulla vastità oltre il confine senza attraversarlo.
Si ritirano, allora, in territori meno gloriosi, illuminati comunque dalla grandezza a cui sono giunti almeno una volta nella vita e contemporaneamente sollevati dal peso che deriva dalla creazione di capolavori unici.
Nessuno vuole insediarsi qui, in questa landa di confine.
Nessuno l'ha voluto fare.
Il confine estremo non è un luogo dove insediarsi: o si va oltre in un viaggio d'esplorazione in cui ci si potrebbe anche smarrire o si torna indietro.
No One Wished To Settle Here.
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