28 marzo 2013

Punti di luce

Qualche settimana fa ero in pista con le mie pupe e il cielo è volto a quel bianco uniforme che significa una cosa sola: neve imminente.
Sembra di essere completamente immersi nel latte, con cielo e suolo dello stesso colore uniforme.

Mi sono fermato a riflettere sulla stranezza di questa percezione. Tutto era illuminato. Tutto rifletteva luce.
C'era luce ovunque, ma non era il senso di ben illuminato. Mancavano i punti di luce, o meglio erano infiniti, quindi non individuabili. Ogni millimetro di neve o di cielo era un punto di luce.
Risultato: nessuna ombra.
Senza ombre è praticamente impossibile stabilire la struttura spaziale di un luogo. Sembra una cazzata, ma...è così.

Chissenefrega, ovviamente.
Ma è da qui che la mia mente si è mossa per il suo pippeggio quotidiano.
Mentre ero immerso in questa situazione allucinante, mi è venuto da pensare a come sia totalmente generale e si possa astrarre.

Senza dei punti di luce risulta quasi impossibile distinguere le superfici (sì per i pignoli, fra cui io, stiamo assumendo che il mondo sia  monocromatico...e che palle, un po' di fantasia, no?!?) e si è totalmente persi.
Nella neve come nella vita.
Credo che questo sia vero sia per chi cammina sulla "retta via", sia per chi cammina nel "left hand path". Indipendentemente dal proprio percorso, sono le differenze nei toni a darci il senso dello spazio attorno e a guidarci, nel senso che grazie alle differenze percettibili abbiamo la possibilità di scegliere dove vorremmo andare.

Non serve che tutto sia illuminato per capire dove andare. Nella notte può bastare un faro, anche quando c'è tempesta.
Anche i "figli della luce" hanno bisogno dell'ombra per orientarsi: nella sola luce non possono altro che galleggiare.

Che per definire un ambiente serva sempre un punto di vista è insito nel mio vedere il mondo e lo do per scontato. Non avevo mai riflettuto di quanto fosse importante invece un punto di luce: da dove si illumina la scena. Ce ne possono essere molteplici, ovviamente, ma sempre individuabili.
Ho quindi riflettuto sull'importanza di trovare dei punti di luce: non basta una luce diffusa, anzi è deleteria.

Metaforicamente parlando, persone importanti (in senso soggettivo, non i VIP, che quelli non contano nulla) e ideali (così come anche la fede, per chi ha la sventura di averla) sono punti di luce che illuminano il percorso e definiscono lo spazio. Ciascuno ha i suoi, chi più, chi meno.
La loro assenza genera un buio totale, in cui ci si può muovere solo a tentoni. L'eccesso di punti di luce però genera un mondo senza ombre, dove tutto è quasi altrettanto indefinito.

Per inciso mi viene in mentre che pensare di non essere nè di destra nè di sinistra è assurdo come essere sia di destra che di sinistra (che ovviamente sono entramabi diversi dal dire che si è di destra su certi argomenti e di sinistra su altri). Cioè è assurdo definirsi, come "spazio" intellettuale, in assenza di luce o con luce da tutte le parti.

L'importanza di questi punti di luce si percepisce forte quando se ne spengono alcuni o anche solo uno. La scena, la stessa scena che prima era illuminata da più punti di luce, dopo ne ha uno in meno e cambia, anche radicalmente: superfici illuminate diventano in ombra, angoli prima ben visibili possono diventare nascosti dal buio, interi oggetti dell'ambiente possono sparire nelle tenebre.

Quando una idea (o ideologia) si avviluppa su se stessa e muore, quando la fede si spegne, quando una persona fondamentale viene a mancare o si allontana da noi, succede questo. Un pezzo della nostra scena scompare inghiottito dal buio.
Quando troviamo l'illuminazione (eheh, sì, si dice così non a caso) di una idea brillante (e rieccoci!!), si ha la visita della fede o si trova una persona eccezionale che arriva nella nostra vita, la scena non cambia meno: compaiono oggetti, angoli e forme prima invisibili.

Oh, intendiamoci, alcune persone illuminano lati della nostra scena che non vorremmo vedere, perchè sono brutti, perchè li usiamo per buttare la spazzatura della nostra anima. A volte scegliamo di allontanarci da persone speciali per attenutare la loro luce sulla nostra vita...
Mi limito alle persone, per semplicità di narrazione, il discorso regge e chi vuole fare parallelismi ha già il sentiero tracciato.. 

Ma quando ce ne sono troppe, di persone speciali, nessuna è più speciale. Non solo perchè in un mondo di mostri nessuno è più un mostro, ma anche perchè perdiamo di vista cosa loro illuminino nella scena della nostra vita e la scena stessa diventa tutta bianca senza sfumature. La vediamo benissimo, o almeno così ci pare, ma non riusciamo più a vedere le ombre, e lo spazio si deforma, e le sagome scompaiono. Spegnendo una luce in una miriade la differenza è impercettibile...
L'effetto finale non è dissimile dal chiudersi in un mondo con solo se stessi, senza neppure una piccola lucina (e se poi noi fossimo la nostra luce e ci fosse coincidenza perfetta fra punto di luce e punto di vista? uhm...affascinante, la metafora mi ha riportato nel mondo reale per un attimo e poi mi ha scaraventato in un'altra situazione su cui dovrei riflettere...ma non lo farò, o almeno non hic et nunc).

Sulle piste da sci, i punti di luce non li possiamo scegliere. Nella vita, parzialmente, sì.
Sceglierli e selezionarli.
La selezione è un processo emozionante, a mio avviso, e spesso sottovalutato.

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