21 giugno 2010

Non ci sono più i campioni di una volta...




C'è qualcosa di profondamente ironico in questa scena:
si chiama sfortuna, e passa sempre con un sorriso di scherno alla malasorte, che sia la caduta da una giostra oppure fallire 16 occasioni da rete in 90 minuti.

La pollastra nella foto se la tira un sacco perchè lei c'ha qualcosa che noi non abbiamo (a voi decidere cosa), io e dolce metà eravamo impietriti davandi al qarantapollicifullaccadì (nessun riferimento alla nitidezza dei colori), i miei colleghi francesi non osano parlare di calcio, e leggere le dichiarazioni di Lippi (ma perchè queste pippe il lunedì mattina? ma cosa cazzo ci mettono nelle cialde nespresso?) mi fa pensare al culto del Cesare.

Non appena uno, in Italia, ha successo, si instaura uno strano rapporto col popolo osannante che nel giro di poco trasforma il nostro eroe in un capitano coraggioso (fase uno), guida spirituale poi messia (fase due e tre), il ripudio (ma tanto qua comando io, fase quattro), poi appeso a testa in giù in piazzale Loreto (l'unica pacificazione possibile).

Domande? Analogie? Riferimenti ricorsivi?

Enjoy,

SEMdC (aka JJ)

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