17 dicembre 2012

Una stupida bilancia rotta...

Ho davanti una bilancia. Di quelle vecchie, con le 2 braccia e due piattini. Alla base c'è un ingranaggio che si può girare e indica cosa si misura. Starno, penso, cosa potrà mai misurare una bilancia? Leggo la scritta vicino alla tacca, c'è scritto "Criterio". Gli occhi scorrono più in basso e vedo che è impostato su "Buon senso e civiltà".
Curioso, mi dico.
Proviamo!

Metto da una parte le primarie del centro sinistra e dall'altra il battibecco di B ed Alfano...quasi si ribalta la bilancia, allora subito metto le cose di sinistra che D'Alema non ha detto negli ultimi anni e ci aggiungo, lì di fianco, le COSE di sinistra che non ha fatto, nonostante le dichiarazioni ed i programmi elettorali. Tornano quasi pari...allora vado avanti ad aggiungere elementi, che non riempiono mai quei piccoli piattini capienti...la legge bavaglio, la legge Gaspari, la mancata legge sul conflitto di interessi....e qui mi stupisco: sulla bilancia non pesa. "Come?", mi chiedo, "neanche un po'?". Evidentemente farla sarebbe stato civile, farla ad personam, come sarebbe stato inevitabile farlo, sarebbe stato più incivile che lasciare la scelta agli elettori....peccato poi per i risultati!
Vado avanti con i vizietti e le porcate, da una parte e dall'altra, ma anche con le azioni, le idee, le lotte...gli ammiccamenti populisti, le scelte indegne spacciate per necessarie...
Raccolgo i 20 anni di politica come li ricordo io, dividendo gli schieramenti, grossolanamente, in centro destra e centro sinistra: la bilancia ha solo 2 braccia e questo mi costringe a separare senza frammentare.
Il piatto del centro sinistra è molto più pesante, ma non quanto mi sarei aspettato...sicuramente non quanto avrei voluto.
Sono rammaricato, ma ne prendo atto. Voglio fidarmi della bilancia: magari è tarata male, ma sicuramente è super partes...almeno lei, forse unica in tutto il paese.

La curiosità per l'ingranaggio è forte. lo giro e leggo "Efficacia autoconservativa". Ma che diavolo di criterio è mai questo?!?! Mentre ancora lo sto pensando la bilancia si riassetta: sembra che il piattino del centro sinistra contenga solo una nuvoletta di vapore, da quanto è diventato leggero...o è solo che l'altro è diventato molto più pesante?
Perplesso e, non lo nascondo, un po' amareggiato, giro ancora l'ingranaggio.
La bilancia ha uno scatto, il piattino del centro sinistra vola in alto, come scagliato da una catapulta, pur avendo ormai poco margine di movimento, la bilancia scricchiola, si piega, pende più della torre di Pisa....poi, sotto il peso insostenibile il braccio del centro destra si spezza.

Sono allibito, leggo la tacca: "Idoneità per un paese che pensa che evadere sia un diritto e avere i servizi pure, che che i mandanti del macello del G8 possano ancora politica e non venir processati, che l'editto bulgaro sia coerente con la pluralità delle idee, che avere un contentino in nero sia un'opportunità, che Cucchi sia morto per 'pregresse condizioni fisiche', che i matrimoni gay siano un ferita alla giustizia e alla pace, cha Mangano sia un eroe, che il falso in bilancio sia la versione europea del sudoku, che una partita di calcio sia l'unico motivo per scendere in piazza, che..."
Ma cosa leggo a fare? Non ho tutto il giorno e la scritta è lunga...e il senso è chairo...forse troppo.

La bilancia è rotta.

Vorrei riportarla sul primo criterio e farla vedere alle persone, agli amici, ai conoscenti, a chi passa per strada. Vorrei poterla usare ancora.
Ma non posso. Non posso più. Si è rotta.
Come fare a far credere agli altri qualcosa che è tornato indimostrabile? Un atto fideistico? Può essere questo il senso della democrazia? Se lo fosse non sarebbe più corretto chiamarla teocrazia?
I fatti ci sono ("esserci" non "essere": in atto, non solo in potenza), ma la nostra società è troppo complessa. I fatti sono troppi, troppo articolati, troppo facilmente interpretabili. Troppi garbugli azzeccabili.
Troppo fumo intorno all'arrosto...quanto un arrosto c'è.

Ma è poi così importante quella bilancia? Veramente è l'oggettività quella che cerco, che cerchiamo? Veramente è il giudizio esterno quello che serve? Una sorta di religione, in cui si pone fede per togliere da sè l'onere della scelta, della condotta; per ridurre il rischio o almeno scansare il peso della responsabilità?

La bilancia è un mero ausilio, forse solo una prova a posteriori. Si è rotta, come rotti siamo noi, che non vediamo.
Ma non vedere è forse la più grande benedizione.
Non c'è un "giusto" che sia rivelato, e se anche ci fosse sarebbe misera cosa rispetto alla sua ricerca.
Un cammino interiore.
Solitario.
Necessario.
Inesauribile.


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