Il cielo stellato dà sicurezza a chi lo conosce. Le stelle sono lì, immobili, a fornire le coordinate ed il verso del mondo.
Le rivoluzioni sono fondamentali nella vita: è indispensabile a volte prendere tutto e rivoltarlo come un calzino, cambiare i riferimenti, vedere cieli stellati differenti. Lo è, almeno, per me e per chi come me non accetta di scivolare dalla punta dei peli del coniglio...lo sono per altri, inconsapevoli vittime di un inarrestabile moto.
Il problema, con le rivoluzioni è che presto o tardi ti riportano al punto di partenza, a quel cielo stellato che conoscevi perfettamente, quello stesso che volevi modificare.
La rivoluzione non è un modo per avanzare, pur nell'illusione di farlo. Può essere un valido per mettersi in movimento, certo, ma poi un moto ellittico ci riporta al punto di partenza.
Qualcuno ci mette anni, qualcuno mesi. Ad alcuni bastano un paio di settimane...e non si muovono mai, realmente.
Per questo, capendolo, a un certo punto della vita, crescendo (e soprattutto maturando, cosa che non va certo di pari passo con l'età biologica) si smette di essere rivoluzionari e si inizia a diventare progressisti. Si mira ad evolvere, cioè, non più a ribaltare tutto senza un'idea di approdo.
Avanti, sempre. Avanti, sperando che la direzione sia buona.
Per questo molti eterni rivoluzionari sembrano girare a vuoto, senza evolvere.
Perché, semplicemente, non lo fanno. Una piccola precessione del loro perielio li tiene solo aggiornati al mondo circostante, eppure immobili.
La fisica non può mutare una rivoluzione in una evoluzione: un anno siderale e il cielo stellato torna lo stesso.
L'uomo e la mente possono: cambiare orbita non è impossibile, bisogna volerlo e impegnarcisi a fondo. Bisogna mettersi in gioco ed essere disposti a perdere per sempre il cielo che dava sicurezza.
E bisogna avere un centro di gravità attorno a cui farlo, per non perdersi nel vuoto cosmico...che sia quello dello spazio o quello interiore.
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