Ad aprire il concerto i Lento, gruppone sludge italiano che ho trovato molto positivo, dal vivo. Suoni eccessivi e un po' di carenza di presenza scenica sono le uniche note dolenti del loro concerto. Suoni eccessivi (uh?) e belle canzoni i lati positivi. Le tre chitarre, assolutamente non necessarie da un punto di vista compositivo, fanno però un muro di suono eccezionale. Uno sludge con venature post-metal piuttosto piacevole, che sembra un punto di incontro quasi perfetto fra Ufomammut e Omega Massif.
Comprato disco, bello. Meglio dal vivo: il disco non riproduce la potenza dell'impatto, purtroppo. Oltretutto su disco sembrano più post-metal con venature sludge che viceversa. Bella lo stesso...attendo con curiosità il prossimo disco.
Quella stessa sera ho acchiappato il volantino degli eventi di Maggio al Magnolia e ho individuato una data con dei nomi interessanti, che mi suonavano di post-metal/post-rock, genere che negli ultimi anni focalizza la mia attenzione in ambito metalluso (con eccezione per gli ultimi 10 giorni di grindcore a manetta in reazione al lavoro in banca. The Arson Project e Sayyadina sono spettacolari contro il grigiore dell'informatica finanziaria).
Controllato su last.fm, visto che certo hc/puck ha nomi che potrebbero confondersi (From Autumn To Ashes, per esempio, sembra cose che decisamente non è, seppure rispettabili e con qualche venatura post-hardcore).
Scaricati i dischi. Belli.
Convinto lo zio Iaio a farsi il secondo concerto in pochi giorni. Bella.
Andati al Magnolia, che senza la spesa della tessera ha dei prezzi veramente interessanti.
Prima i Three Steps To The Ocean. Cavolo, bravi, belle canzoni, alcune idee particolari anche se nel complesso non eccessivamente originali nel genere. Dal vivo più potenza che su disco, più metal. Ma bello anche il "post". Ottimo concerto insomma. Ancora una volta il mio pensiero vola a come certe band con più cura per la scenografia potrebbero fare un notevole salto di qualità live. Penso a banalità tipo un po' più di movimento, qualche headbanging sincronizzato, cose così: spesa zero, sbatti poco, rendimento alto. Vabbeh, la mancanza di una scena e di una certa cultura di base del concerto/tour, frutto soprattutto delle difficoltà di trovare spazi per proporre cose diverse dal solito al pubblico, sono problemi che affliggono le giovani band italiane, come i Three Steps To The Ocean oggi e i Lento settimana scorsa.
Poi arrivano gli headliner, che su disco sono tecnicamente più interessanti, ma anche meno coinvolgenti dei Three Steps To The Ocean. Il nome è chilometrico, tanto che loro stessi usano sul merchandise l'acronimo ASIWYFA, che sta per And So I Watch You From Afar.
Un math rock metallizzato, con parecchi spunti "post" e con un odore d'Irlanda (loro terra d'origine, sono infatti di Belfast, ma non discono di essere inglesi, bensì irlandesi...ah, l'indipendentismo mai sopito!) è quello che si sente su disco, ma dal vivo le cose cambiano: la potenza delle chitarre è impressionante e l'energia con cui loro propongono il loro repertorio ha dello spaventoso. Mi ricordano l'esibizione dei The Dillinger Escape Plan per intensità. Sono esterrefatto.
Sentire come un post-rock/math rock si possa trasformare in violenza tipo mathcore, da avanguardia metal senza frontiere, con venature un po' punkish/hc, mi lascia allibito.
Un'ora di sbalordimento. Al di là del valore in sè delle canzoni, comunque non indifferente, uno dei più bei concerti cui abbia assistito.
Strabilianti, veramente. Se vi capita, non perdetevi l'occasione di vederli!
Nota a margine: viva il P2P che mi ha permesso di scaricare e conoscere 2 band altrimenti ignote, facendomi andare al concerto e facendomi comprare i loro dischi, alla faccia di tutti quei discografici imbecilli che non hanno capito che i fenomeni di massa si dirigono verso il percorso migliore, perché combatterli non ha senso e demonizzarli è stupido.
Nessun commento:
Posta un commento