Uno degli insegnamenti più spettacolari della religione cattolica è il celebre "porgi l'altra guancia".
Lo chiamo spettacolare perchè è scenico, un po' aulico, e di sicuro effetto. Non è un complimento, ma neppure una critica, giusto una considerazione su come si presenta.
In teoria permea buona parte della nostra cultura. In qualche modo dalla teoria si passa spesso alla pratica anche senza un esplicito consenso conscio, come effetto di un background culturale.
A volte, ovviamente, no.
Per molti versi sembra un insegnamento di tolleranza dal sapore pacifista che difficilmente si può criticare. Io, però, non sono completamente d'accordo.
Lo spirito con cui è detto è probabilmente positivo, eppure qualcosa non mi piace: porgere l'altra guancia significa darla vinta, significa sopportare un sopruso avvallando di fatto un comportamento scorretto.
Ci sono mille contesti in cui questo principio è un fondamento importante del vivere comune.
Ci sono circa altrettanti contesti in cui un tale atteggiamento è deleterio per chi lo pratica, per chi lo subisce e per tutta la società intorno.
Un comportamento simile deve essere ponderato con attenzione, in funzione del contesto.
D'altro canto non saper porgere l'altra guancia è sintomo, se non di pochezza di spirito, sicuramente di debolezza interiore e insicurezza, questo sì.
Non bisognerebbe porgere sempre l'altra guancia ma saper sempre porgere l'altra guancia, arricchirsi di una opzione in più, non necessariamente sceglierla sempre.
Nessun commento:
Posta un commento