2 ottobre 2013

Elogio della sconfitta

Non si può mica sempre vincere, è fisiologico. Vincere sempre diventerebbe uno standard, per cui sarebbe indispensabile stravincere per sentirsi vincitori. Che vita sarebbe?!?
A volte si perde.
Però si può perdere in molti modi, mica sono tutti uguali. Una disfatta è una catastrofe, una sconfitta fa parte della vita. Anzi, è un momento di crescita. 
Sì perchè accettare una sconfitta significa prendere coscienza dei propri limiti, imparare ad accettare le avversità della vita. Accettarela significa capirla e, siccome in ogni sconfitta è contenuto implicitamente un nostro errore, significa capire cosa abbiamo sbagliato.
Se sono stato sconfitto, quasi sempre significa che qualcosa avrei potuto farlo meglio. Non è sempre così, però quasi. 
Io mi accetto, nella mia non perfezione, che sia chiaro! 
Mi accetto anche se non volo alto come farei se avessi vinto. 
Io accetto la mia sconfitta e grazie a questa sono più consapevole di me di chi ha vinto! Moralmente sono più vincitore io con la mia dignità di chi ha gli allori della vittoria!
Assaggio quel sapore amaro che mi insegna ad apprezzare maggiormente il dolce sapore della vittoria e mi sprona a non essere sconfitto di nuovo.
Certo avrei potuto lottare di più. Qualcuno pensa che ammettere la sconfitta sia da vigliacchi, ma non è così! Ve lo garantisco!!
Solo uno stolto non accetterebbe la sconfitta quando ormai si è palesata. Continuare a combattere in quelle condizioni significa andare contro alla disfatta e, come dice la parola, dopo una disfatta ci sono i pezzi da rimettere insieme. 
E sono tutti nel fango, non è che lo si può fare in un bel prato fiorito. 
Non è mai così!

Accettare la sconfitta, quindi, è anche un gesto di saggezza. Una prova.
Io so quando accettarla.
E chi vince sempre lo saprebbe fare? Perchè non me lo dimostra?
Io invece lo dimostro. 
Se non avessi subito la sconfitta, non avrei potuto dar prova della mia saggezza! Mi elogiavano tutti per la mia furbizia, mentre andesso non potranno non riconoscerla!! 
Sono stato fortunato a perdere, non poteva andarmi meglio: ora tutti sanno di che pasta sono fatto! La mia saggezza e la mia caratura morale sono davanti agli occhi di tutti, innegabili!

Così pensava la Volpe, dopo che i suoi balzi non erano bastati a cogliere il grappolo d'uva, ma di questi pensieri le uscì solo una frase: "Pazienza, non è ancora matura, non mi va di spendere troppe energie per un frutto ancora acerbo". Che divenne celebre, svilendo così un acuto ragionamento...

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