8 ottobre 2013

Rush

Sono andato a vedere Rush, per chi non lo sapesse è un film di Ron Howard che parla della vita di Niki Lauda e della sua rivalità con James Hunt, concentrandosi sul periodo '70-'76.
Io nel '76 sono nato, quindi per me è tutto solo ricordo dalle parole di mio padre, e anche vago.
La premessa essenziale è che a me di auto e motori, non è MAI interessato nulla. Sì, ricordo che da bambino mio padre voleva che guardassi la partenza del gran premio, ma...già da ragazzo lo trovavo un inutile spreco si tempo.
Perché andare a vedere Rush, allora?
Boh, ho seguito i giudizi di pubblico e critica che, in modo abbastanza uniforme ne hanno parlato molto bene.

Stupore. Il film è una figata. La fotografia è bellissima, il montaggio esaltante all'inverosimile, l'alternarsi delle sequenze e il senso del tempo che scorre è coinvolgente come da tanto tempo non mi capitava di vedere al cinema.
Poco conta se alcuni (molti?) dialoghi sono deboli: sono così ben inseriti nel contesto che filano come delle meraviglie; poco conta che se del contesto non interessa nulla (come a me), è descritto in modo così leggero e contemporaneamente dettagliato che risulta ben definito anche per un non appassionato, senza essere pesante.
Alcune scene di corsa mi hanno ricordato in gigante la sensazione d'instabilità che ho provato nella mia unica esperienza su un go-kart e mi ha fatto immaginare come potesse essere effettivamente essere dentro a quelle casse da morto con le ruote (sì, si dice all'inizio del film che all'epoca morivano in media 2 piloti su 25 all'anno...e sti cazzi!).

Certo, forse c'è un po' di effetto boomerang: renderlo così accessibile a tutti potrebbe indebolirne l'appeal per chi quel mondo lo conosce e lo frequenta, magari ricordando anche l'epoca dei fatti...ma considerando che si parla di fatti di 40 anni fa circa, probabilmente la prospettiva riesce a restare fresca e interessante anche per loro. O almeno, non ho letto critiche da quel punto di vista. E poi si tratta pur sempre di cinema generalista, più di così è davvero difficile chiedere!

Sotto la copertina brillante forse c'è poco, l'eterna contrapposizione della cicala e della formica declinata in versione automobilistica. Disciplina contro sregolatezza, mente contro pancia. Dualismi tratteggiati sullo sfondo, che lì rimangono, piacevoli quanto poco necessari. Forse la parte più interessante resta la stima profonda nascosta sotto l'aperta rivalità. Nulla di nuovo comunque. Questo non è un film per esplorare l'anima umana (su quel fronte, fra i film che ho visto recentemente, a sbaragliare è sicuramente Vita di Pi, che dà molto spunti di riflessione ed è notevole anche Noi siamo infinito).

Una gioia per gli occhi, una carica di energia. Nulla più.
Niente meno.
Bellissimo.

Nessun commento:

Posta un commento